TORINO. Una sperimentazione su vasta scala, partita a inizio mese per dare sostanza ad un decreto legge entrato in vigore da fine agosto e ispirato sostanzialmente da due obiettivi: aumentare la protezione contro i pericoli derivanti dalle esposizioni alle radiazioni ionizzanti e migliorare l’appropriatezza degli esami (ovvero eliminare quelli non strettamente necessari). Come? Indicando nel referto diagnostico il livello di esposizione in una classe di dose da uno a quattro: nelle linee guida la classe di dose è espressa in termini di “range di dose efficace”, l’inserimento dell’informazione riguarda le procedure medico-radiologiche per le modalità di tomografia computerizzata, di radiologia tradizionale, di mammografia (esclusa attività di screening), di radiologia interventistica (escluse attività complementari) e di medicina nucleare.

Al di là dei tecnicismi, spiega il dottor Maurizio Dall’Acqua, direttore generale dell’ospedale Mauriziano, basti sapere che chi si sottopone ad un esame, così come il medico che lo ha prescritto, potrà conoscere il livello di esposizione alle radiazioni ionizzanti: un elemento utile, soprattutto in caso di esami ripetuti.

Come precisa il dottor Michele Stasi, presidente Associazione Italiana di Fisica Medica e Sanitaria e direttore della struttura complessa di Fisica sanitaria dell’ospedale Mauriziano, il progetto in questione coinvolge la popolazione e i pazienti che fanno riferimento al Mauriziano, all’Asl Città di Torino e all’Asl Torino 3.

A renderlo possibile, il coordinamento della struttura complessa di Fisica sanitaria di Area Omogenea Torino Ovest, il Mauriziano è l’ospedale hub, che gestisce le attività di fisica medica e radioprotezione in tutta l’area. «Oltre a rispondere ad un adempimento normativo, l’iniziativa ha due caratteri di novità che la rendono in qualche modo unica, nel panorama piemontese e in quello nazionale – aggiunge Stasi -. Per cominciare, è il primo progetto di questa portata di così ampie dimensioni. Riguarda un bacino di circa un milione e 300 mila abitanti e 125 apparecchiature radiologiche di tutti i tipi: Tac, mammografie, RX digitali e tradizionali, angiografi».

In secondo luogo, l’informazione dosimetrica sarà inserita nel referto medico, su ogni esame radiologico e medico nucleare effettuato, indipendentemente dalla tipologia, su base individuale su tutte le apparecchiature che lo consentono. Uno strumento valutazione, e prima ancora di chiarezza, in più.

Articolo di Alessandro Mondo per “La Stampa”

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